La seconda cosa che si fa al rientro in ufficio,
una volta che la sabbia è stata scrollata di dosso,
che l’abbronzatura del viso è sbiadita,
che si è presa dall’armadio una copertina per la notte,
è senza dubbio controllare quando saranno le prossime vacanze.
Basta un ponte,
una ricorrenza (solo io mi prendo ferie per il mio compleanno?!?),
un motivo per ripartire e così sognare.
Luoghi, persone, colori, sapori nuovi.
Ma il viaggio è uno stato d’animo.
L’attitudine a dire “andiamo”
senza mettere troppi paletti,
ma con la sola voglia di mettere a freno la propria curiosità.
Di capire e scoprire posti,
volti e abitudini diverse (per apprezzare così anche le proprie).
Ma anche di avere, nella nostra quotidianità, delle piccole “passaporte”
(per chi non conoscesse Harry Potter sono dei varchi che ti portano altrove)
per ricordare ed evadere.
Bastano un libro, una foto, una canzone, un film
e in pochi attimi si può esser già in viaggio.
L’importante – credo – è non fermarsi mai.
Nel cercare, guardare e capire.
Che non sono altro il DNA del vero viaggiatore.
Cosa ne pensate?
Penso che è bello viaggiare, soprattutto per i curiosi e per chi sa adattarsi.
Il mondo è così grande, peccato accontentarsi solo di un pezzetto.
Ma si può viaggiare anche solo con la fantasia, attraverso i libri sui viaggi, seguendo programmi televisivi interessanti, sognando di farlo. I sogni, anche se non si avverano, importante è averli avuti…