IL “LOW COST” APPRODA NELL’ARMADIO DELLE SPOSE

Ogni milanese che si rispetti si accorge,  senza esserne informato,
che la “fashion week” è iniziata autonomamente:
modelli ogni dove (che non guasta),
traffico in tilt
(che può mandare di traverso anche un venerdì pomeriggio in cui realizzi che è finalmente iniziato il  week end)
personaggi vestiti in modo bizzarro che gironzolano liberi per la città,
nemmeno un taxi a pagarlo oro.

 

 

Per non parlare del fatto che molti amici che lavorano nella moda sono “off limits” per qualche settimana.

Ma si sa che la moda esercita il suo fascino e stupisce sempre.

 

 

 

Anche quando meno ce lo aspettiamo: come in tema di  “vestiti da matrimonio”.
Basta un nulla e ci troviamo di fronte a domande che non avremmo mai pensato di porci,
scelte filosofiche di vita grazie alla neonata linea “spose” di H&M a prezzi decisamente contenuti.

 

Noi che dello shopping ne abbiamo fatto uno sport,
che ci piacciono le cose belle,
che crediamo fortemente nella filosofia “poche cose ma belle”,
che siamo “special guest” negli “acquisti folli e compulsivi”,
come ci poniamo di fronte ad un vestito che indosseremo una sola volta?

 

Le scuole di pensiero sono varie.
Le teorie ancor di più.
Chi vede come uno spreco un investimento così importante su una cosa che metteremo una sola volta.

 

 

Chi, invece, conscia del fatto che tutti i riflettori quel giorno saranno puntati su di noi, lo giudica  come i soldi “meglio spesi” dello shopping degli ultimi dieci anni (e poi vedersi su Facebook la compagna della  terza elementare con lo stesso abito dev’essere un duro colpo).

 

Solitamente ho “un consiglio buono per tutti”,
ma in questa situazione sono spiazzata e mi rimetto a voi: bisogna scartare a priori un abito “low cost” da sposa o è da prendere in considerazione?

 

 

p.s.

Inutile sottolineare che il problema, al momento, per me non si pone: nessun anello, proposte, organizzazioni varie in vista.
Ma, nel dubbio, meglio portarsi sempre avanti. Non si sa mai .