Tantissimi miei amici (ma anche mio marito prima di conoscermi) non hanno
mai provato a fare nemmeno un week end in montagna d’estate.
Perché il caldo chiama il mare, cene in spiaggia, il pattino.
Ma date fiducia a quel mare verde che caratterizza la montagna in estate:
t-shirt di giorno e piumone di sera.
Un toccasana per il relax,
per l’abbronzatura (che diventa ancor di più atomica, garantisco),
e per rigenerarsi con anche un po’ di quella pace interiore
che si può toccare davvero con mano nel silenzio di una passeggiata,
all’ombra degli alberi mentre si cercano funghi in un bosco,
fra i sentieri in cui il concetto di “social distance”
tanto in voga ultimamente per cause di forza maggiore
è una costante 365 giorni l’anno.
Credo che la felicità di una vacanza ad alta quota sia questa:
camminare, respirare, stare in solitudine o insieme
a poche persone selezionate con cura per fare una passeggiata.
Gli animali nei boschi,
i laghi,
il cibo (soprattutto quello altoatesino),
il tempo pianificato o non, in relax o attivo.
Se arriva una tempesta significherà che il giorno dopo il cielo sarà azzurro,
ma di quel pantone dei disegni dei bambini. E la pioggia vista dalla propria camera
ha un retrogusto speciale. Quello della pausa. Dal fare, vedere, visitare.
Un tempo di riposo, letture e perché no, giochi in casa.
Riprendere il fiato per una nuova avventura.