Siamo qui in attesa di vedere come si evolverà lo smart working ma, nel frattempo, nulla ci vieta di applicare un galateo ad esso connesso. Pratica sdoganata per cause di forza maggiore grazie alla pandemia (perché qualcosa di buono, comunque, ce lo lascia) che sicuramente non sparirà. Anche quando tutto, si spera, tornerà alla normalità.
Una cosa è certa.
Va regolamentato. Non solo a livello giuridico ma anche di Galateo.
Perché lo smart working non deve essere visto come una schiavitù mentale dell’“always on”.
Anzi.
Se bisogna fare i conti con un galateo delle video call,
in cui bisogna curare aspetto, modi e non cazzeggiare perché si vede benissimo,
così anche con quello dello smart working.
Inteso sia nei confronti del prossimo che nostri.
Ecco alcuni suggerimenti:
RISPETTARE GLI ORARI
1/ Le riunioni si programmano con orari normali. Consoni.
Gli appuntamenti a fine giornata erano fastidiosi dal vivo ma anche in remoto:
perché la fine giornata può essere un momento per staccare o per fare il punto,
lontano da telefonate per concentrarsi e mettere a terra quanto deliberato in riunione.
NON SIAMO SEMPRE TUTTI AL COMPUTER
2/ Gli amanti del controllo visivo o come lo chiamo io di team “nani da giardino”
devono farsene una ragione e cambiare. Siamo chiamati ad essere smart e quindi
a gestire il tempo come più ci piace per portare a casa risultati.
Non timbrature di cartellino.
LE MAIL NON SI MANDANO A TUTTE LE ORE DEL GIORNO E DELLA NOTTE
3/ Siamo tutti liberi di gestire il tempo per lavorare le mail.
Ma dotiamoci di mezzi e strumenti per programmare il loro invio in orari consoni.
Se siamo insonni, nottambuli o preferiamo dedicare il week end al lavoro
siamo liberi di farlo ma senza disturbare il prossimo.
Perché, anche se non vogliamo, tutti buttiamo l’occhio alle mail.
Cosa ne pensate?