Ad ogni viaggio
corrisponde sempre una “crescita”.
Se pur piccola, se pur inconscia.
Perché il solo fatto di varcare la propria porta di casa
per andare “altrove”,
implica il volersi mettere in gioco,
l’essere pronti a confrontarsi con cose nuove
e magari scoprire così nuovi punti di vista.
E sono proprio i nuovi orizzonti,
quelli agli antipodi dei nostri usi e costumi,
che sono in grado di portare lontano.
E non solo in termini chilometrici
ma anche di mentalità.
Perché certi viaggi non intraprendono solo
attraverso auto, aerei, treni o barche.
Avvengono a tavola.
Attraverso la scoperta di nuovi sapori,
mediante chiacchiere con commensali appena conosciuti
e superando schemi mentali legati alla nostra
cultura di nascita. Riscoprendo ad esempio un ingrediente,
come il caffè, anche durante il pasto.
Proprio su questi presupposti nasce Atelier, un “concept” ideato da Nespresso
per creare uno spazio di dialogo e di confronto creativo sul tema del caffè
e per approfondire anche la conoscenza dei Grand Cru Nespresso
e l’invito, anzi sfida, a Chef Stellati ad utilizzarlo
come ingrediente “principe” di un menù.
E Davide Scabin, patron de il Combal.zero a Rivoli (1 stella Michelin),
famoso per essere provocatore attraverso rivoluzioni culinarie associate al rigore dell’esecuzione,
ha accettato la sfida trattando il caffè allo stesso modo del vino.
Come l’elemento chiave per esaltare alcuni sapori,
grazie alla degustazione e abbinamento di differenti aromi di Grand Cru Nespresso.
Il risultato? Una rivoluzione culturale per chi è Italiano.
Perché “da che mondo è mondo” il caffè va abbinato a fine pasto e a sapori dolci, non salati.
Ma se si sceglie la regione giusta di produzione del caffè,
l’intensità adatta ad un piatto,
dove sta il problema?
Mhmmm. Vedo che non c’è limite alla fantasia e alla sperimantazione in cucina.
Non conosco questi differenti gusti di caffè, ma non mi ispira per niente bere il caffè durante i pasti. Il tempo e i coraggiosi assaggiatori ci diranno.