Ci sono cose, situazioni, emozioni, pensieri
che fino a quando non li provi sulla tua pelle,
non puoi capire.
Forse perché il loro carattere straordinario
e unico sono difficili da spiegare.
Durante la gravidanza, credo come tutte
le future mamme, le domande che mi frullavano
nella testa, per non parlare delle paure,
erano milioni.
Ma quella che più sorgeva spontanea
è come sarebbe cambiato il mio rapporto con
il sonno.
Rientro (come già ben saprete)
nella categoria delle persone che amano dormire.
Che credono che il vero lusso sia alzarsi senza sveglia,
che amano l’autunno per il fatto che le temperature
si abbassano, i week end fuori porta sono più radi
e i pisolini con copertina sul divano sono il bello del
week end.
Con un figlio tutto cambia.
Me l’avranno ripetuto (quasi a gufata spesso) all’infinito.
E’ vero. Cambiamo, ma in meglio.
Passato il trauma del primo periodo,
del dormire a singhiozzo, di svegliarsi in piena fase REM,
sembra incredibile, ma ti abitui a dormire meno.
Anzi, a dormire in modo diverso.
(per le neo mamme, arriva un punto in cui dorme di più
e poi – mi dicono- un altro ancora in cui dormirà ancora più di filato).
E, non l’avrei mai potuto immaginare,
il dormire, i pisolini, i week end ora saranno anche più
brevi, ma hanno un’intensità unica.
Parlo di tuo figlio che ti si addormenta sulla pancia
e incominciate a dormire con il respiro sincronizzato.
Parlo di quando incominci a fare le coccole e i pisoli
nel lettone insieme e di sentire il suo respiro e calore
addosso.
Altro che copertine.
Altro che 12 ore filate.
Altro che dormire da soli.
Le cose cambiano. Migliorano, quando si è in tre.
Le cose perdono di normalità quando si è in tre.
Diventano straordinariamente ricche di altre cose.
All’infinito…
che belle parole!