Per la notte di San Lorenzo non bisogna pensare a come vestirsi,
a come brillare, a come pettinarsi i capelli: basta solo un sacchetto pieno di desideri.
È tutto ciò che serve.
Come negli altri 364 giorni dell’anno credere alle stelle,
alle favole ma anche all’anticellulite.
Credere nella maglietta porta fortuna per l’esame
(io all’università, nel dubbio, sono andata vestita uguale ma dico uguale a tutti gli esami),
che se non ti richiama non è perché non gli piaci abbastanza,
che lo stevia nel caffè dopo un pranzo luculliano risistemi l’apporto calorico della giornata.
Sinceramente mi piace credere in tante cose.
Mi danno equilibrio ed energia, mi fanno semplicemente sentire meglio.
Per esempio che i quadri non possono essere appesi storti,
che le ante degli armadi devono essere chiuse se no chi si addormenta più,
che la tovaglia non stirata sia un sacrilegio. Divino.
Credo nel fascino di un sorriso,
nel potere di un abbraccio e di uno “scusa”,
che gli amici sono la famiglia che scegli e
che le risate dei miei figli siano il suono più bello del mondo.
