Ci sono usi e costumi che cadono un po’ in disuso,
ma senza scomparire.
Perché fanno parte della nostra storia, cultura
e della nostra etichetta.
Come il telegramma.
Mezzo di comunicazione che si associa all’urgenza
e proprio per questo spodestato da modalità
ancora più veloci e immediate come sms e whatsapp.
Ma in certe situazioni, quelle importanti,
è ancora il mezzo da prediligere:
matrimoni, lutti, nascite, congratulazioni.
Ma proprio perché non è un mezzo usatissimo,
lo scivolone di stile può esserci.
Ecco alcuni consigli:
– Il telegramma è per antonomasia una comunicazione ermetica:
non sbrodoliamo troppe parole;
– Non diamo per scontato di essere gli unici “Elisa, Marco, Mario …”
per una persona: firmiamoci sempre con nome e cognome;
– I telegrammi sono previsti in occasioni uniche e speciali
evitiamo di allarmare il prossimo in altre occasioni,facendo prendere
inutili spaventi;
– Mai dimenticarsi che il mittente che comparirà,
è l’intestatario della bolletta da cui si fa il telegramma.
Occhio a non farli da dove non dovreste trovarvi.
Ho dimenticato qualcosa?
Una forma di comunicazione in disuso. Una maniera austera e convenzionale usata solo per le condoglianze, e le regole sono quelle di sempre.