Ci sono frasi che ci piace dire.
E che ci piace sentirci dire.
Come “ci vediamo a settembre” o dopo le vacanze.
Perché non sono solo delle frasi educate,
ben formulate e di rito,
ma perché al loro interno racchiudono
altri significati.
Come un banale “buon week end”
che presuppone il non vedersi per due giorni,
il non dove puntare la sveglia e andare in ufficio.
Ma la frase più bella di tutti
rimarrà per sempre in tutti i nostri cuori il
“ci vediamo a settembre”.
Che non è proprio come quella detta alla vigilia
di ferragosto in ufficio quando ti ritrovi
ad essere l’ultimo ad andare in “ferie”.
Ma quello che ti dicevi a giugno.
Dopo la fine della scuola.
Dopo aver visto i cartelloni
e aver capito che ne sarebbe stato della nostra estate.
Il “ci vediamo a settembre” allora
ci sembrava un po’ inquietante perché suonava un po’
come una sorta di addio.
Anche se non dispiaceva a nessuno farsi tre mesi
di vacanza.
Un lasso di tempo in cui poteva, e doveva, succedere
di tutto. Nuovi amori, nuovi amici, nuove Smemorande da comprare,
nuove avventure da raccontare una volta tornati a Milano.
Se ad ogni estate non invidio i poveri maturandi
invidio un po’ tutti gli altri “studenti”.
Lo ammetto.
Voi?
Un tempo lontano il “ci vediamo a settembre” lo dicevo a giugno.
Era il tempo della scuola e delle vacanze nella casa al mare.
Adesso sono ancora al alvoro, come tanti, come è giusto che sia, e mi sento fortunata.
Ci leggiamo a settembre. Buone vacanze