Forse ho capito perché mi porto sempre “avanti”
con i regali di Natale (ma cose del tipo che faccio acquisti mesi prima,
dedico l’ultima pagina dell’agenda alla lista dei destinatari già prima dell’estate,
e mi sento felice se l’ho completata entro i primi di dicembre).
L’ho capito organizzando poco fa una cena
(sì, uno dei 17329412039784981279 eventi che ci saranno
da qui al 6 gennaio compreso). Non voglio distrarmi, per correre
in lungo e in largo per cercare online il regalo perfetto consegnato nei giusti tempi,
da ciò che amo di questo periodo: stare tra lucine e amici.
Perché la casa, tutta addobbata, è senza dubbio ancora più calda e accogliente
(e anche più bella lasciatemelo dire).
Perché il Natale è la scusa migliore per vedersi, per non rintanarsi da soli in casa
(basta solo che l’organizzazione non diventi frenetica e delirante altrimenti #addio).
Quindi non voglio essere distratta dalla corsa ai regali,
da eventi tanto belli quanto sterili.
Quest’anno più che mai voglio godermi la banalità
di un pomeriggio a cucinare biscotti, di una cena
a casa dove non è importante ciò che si mangia
ma l’importante è la compagnia.
Voglio organizzare la classica serata giochi in scatola,
la cena al Garghett,
un pomeriggio con i bambini provando
a vedere l’effetto che fa sostituire “la bella tartaruga” con
“jingle bells”,
vedere a reti unificate “Mamma ho perso l’aereo” e “Una poltrona per due”.
