I bilanci che più mi fanno paura sono quelli a ridosso del mio compleanno,
arrivano puntuali come una cambiale ogni anno.
A differenza dei buoni propositi di inizio anno e di settembre
(a mio avviso abbiamo due capodanni)
le riflessioni a ridosso del compleanno sono più profonde.
Non solo una lista di “vorrei non vorrei ma se poi”, della dieta,
del bere due litri d’acqua al giorno,
di dire “no”,
di eliminare cose – persone – vestiti che per dirla
alla “Marie Kondo” non ci fanno felici.
E’ la bellezza e la paura della consapevolezza.
Soprattutto se il prossimo anno saranno 40
(ma voi memorizzate che io ne ho ancora 32 per qualche anno).
Consapevolezza che ho imparato molto,
ma ho altrettanto (o forse di più) da imparare.
Consapevolezza di noi stessi, del nostro corpo,
delle nostre capacità,
del fatto che i figli non ti bloccano ma anzi,
ti danno quella forza per fare molto di più.
Consapevolezza delle nostre sfaccettature. Dei nostri limiti.
Dei nostri difetti, perché è da li che bisogna partire.
Quello che mi augurerò, soffiando le candeline,
è di riuscire a canalizzare
la voglia di fare, di realizzarmi,
di divorare la vita per qualcosa di grande.
Manie di grandezza a parte,
ho in pista una serie di progetti
e idee che vorrei si concretizzassero.
Vorrei trovarmi pronta,
esattamente fra un anno,
con le giuste fondamenta per la nuova decade.
Che un po’ mi spaventa, perché si diventa adulti.
Di nome e di fatto.
Quindi coraggio, profondi respiri
e prepariamoci a soffiare le candeline.
Per fortuna ancora con un 3 davanti