Non amo le frasi o domande di circostanza
anche se in alcuni casi possono tornare utili.
Per rompere un silenzio imbarazzante ad esempio.
Vi ho mai detto che penso che la libertà di poter stare
in silenzio con qualcuno sia qualcosa di intimo? Io il silenzio
lo riesco a condividere solo con poche persone. Tutte del mio cuore:
mio marito, i miei genitori, le mie amiche più care anche se
con loro abbiamo sempre così tanto da dirci in così poco tempo
che è un lusso rimasto in quei viaggi e week end a ripetizione che ci
potevamo permettere qualche anno fa.
LE FRASI DI CIRCOSTANZA
Ma un conto sono le “non esistono più le mezze stagioni”
un conto sono le frasi e domande di circostanza che ti vengono poste
ma di cui palesemente non ascoltano la risposta.
Proprio non gli interessa dove trascorreremo/ abbiamo trascorso le vacanze.
Ad esempio. Né tanto meno interessa come stiamo.
A meno che non ci venga chiesto, con attenzione “tu come stai?”.
TU COME STAI?
E’ la classica domanda, intensa, che ti pone un’amica di sempre.
Fermandosi. Staccando gli occhi dal cellulare per incrociare i tuoi.
E’ quello che ti chiede chi ti ama e non ti vede da un po’ (ma anche chi ti vede tutti i giorni ma nel delirio della vita quotidiana è raro ritagliarsi il tempo di qualità per domandarlo).
Ma è anche la domanda che dovremmo imparare a fare noi stessi.
Mentre camminiamo.
Mentre ci asciughiamo i capelli o tagliamo le zucchine.
Insomma, è il modo per leggersi, per capire e ridefinire magari le priorità,
per essere felici.
Sì, perché un’altra domanda estremamente interessante e bella da porre/ porsi
è sicuramente “sei felice?”.
E per esserlo, a prescindere da cose incontrollabili,
basta soffermarsi sulle cose essenziali come essere in salute, trascorrere del tempo con chi amiamo,
avere un lavoro o godere della propria casa. Perché non sono cose scontate.
Sono prioritarie ma, purtroppo, troppo spesso ce ne accorgiamo solo e solamente quando non le abbiamo più.