E’ nell’esatto momento in cui comunichi di essere incinta
che si palesa, come d’incanto, attorno a te
una schiera di tuttologi
– il più delle volte ansiosi-
pronti a dare consigli spesso anche senza richiesta.
Il segreto è agire secondo i soli
consigli dei medici
e con la propria testa.
Sembrerà quasi una frase da libro delle fiabe,
ma è la pura verità, l’istinto materno la sa lunga.
Impariamo ad ascoltarci.
Premesso tutto questo,
penso che le mamme siano vittime
delle ansie altrui,
e che ci siano anche delle piccole regole
di galateo (ma anche di buon senso)
da non prendere sottogamba.
1.
Parlare del nostro meraviglioso frugoletto
va bene, ma l’importante è non tramutarsi
in persone monotematiche (alcuni
apprezzano altri no).
2.
Non nascondersi dietro al dito
“ho appena partorito” per darsi
una giustificazione per non curare il
proprio aspetto.
Gli anni di imbruttimento in casa per gli
esami dovrebbero averci insegnato qualcosa:
sono controproducenti per il buon umore.
3.
Mai dire Mai.
Non giudicate le altre mamme prima ancora
di esserlo diventate. Non potete mai sapere
e controllare come sarà la vostra esperienza.
Potreste ritrovarvi nella poco elegante situazione di
rimangiarvi la parola.
4.
Non siamo tutte uguali.
Ci sono donne più disinvolte e altre più pudiche.
Una sana via di mezzo, soprattutto in pubblico,
per l’allattamento, ci vuole.
Essere poco appariscenti e naturali
è un atteggiamento che ripaga sempre.
Anche nell’allattamento.
5.
Vi sembrerà strano, impossibile, incredibile
ma c’è qualcuno che non tollera i bambini.
Anche per questo esistono posti da adulti e posti
“baby friendly”. Andate sempre di buon senso
quindi nella scelta del ristorante e non dovrete
scontrarvi con orchi cattivi.
Avete in mente altri gesti poco “bon ton”
che connotano le future e neo mamme?
Aggiungerei di non fare confronti con altre mamme sul peso, il primo dentino, la schiuma giusta e bla-bla-bla. E ai primi passettini del piccoli futuri uomini (e donne, cioè inteso come umani), seguirli, e insegnare loro che non tutto si può toccare soprattutto in un negozio e soprattutto se si hanno le manine sporche.
Ma forse hai detto tutto, era sottinteso in certi punti…
molto bello questo post.
Io suggerirei di “razzolare” meglio, visto che ci si occupa in tal sede di bon ton, principalmente, ma poi si da degli “orchi cattivi” a chi, ad esempio me, non tollera la presenza di bambini in luoghi dove non ha alcun senso essi siano (hanno fin troppe alternative, ormai, le persone con figli. Non vedo perché per forza di cose io debba sorbirmi vocine stridule, urla e quant’altro in un buon ristorante, al cinema durante la proiezione di un “NON cartone animato”, in un hotel appunto ” per soli adulti”). Non vi é proprio nulla di strano, nel non provare simpatia alcuna per i bambini, mio marito ed io siamo felicemente insieme da quasi undici anni e, se mai, non comprendiamo come si possa vivere senza animali (o come facciano a non piacere); caspita, per quanto mi riguarda non c’é paragone e, considerato il tema del post nonché il parere della sua Autrice, gradirei non si scatenasse una catena di repliche polemiche, a ciascuno i propri gusti, va bene, ma sempre con un occhio di riguardo per quelli altrui, evitando etichette piuttosto “stupide” (vedi “orchi cattivi”).
Grazie.
Per la cronaca, seguo da anni questo blog e adoro da sempre le rubriche di moda e galateo 2.0.
Cara Giulia,
grazie per il commento e per leggere sempre il mio blog.
Mi devo scusare se non è stata chiara l’ironia dietro ad “orchi cattivi”.
L’intento del post era proprio quello di sensibilizzare tutti al rispetto altrui: non sono gli altri orchi cattivi, lo siamo noi genitori se vogliamo obbligare i nostri figli a stare in luoghi o avere orari non adatti alla loro età.
Spero di essermi spiegata ora meglio, a presto
Ilaria
Avevo colto eccome, l’ironia, ma ho trovato comunque giusto sottolineare che i bambini possono giusto essere il centro del mondo di chi ne vuole. Non rappresentano il centro del mondo per tutti, fortunatamente e trovo corretta bilateralmente la tua (mi permetto il “tu”) ultima asserzione: sia il non obbligare bambini ad orari e luoghi, sia non ammorbare gli adulti in pace e quiete con presenze palesemente poco consone, se ancora inidonei ad una ” vita sociale”, ti prego di passarmi il termine.
A presto,
Giulia