Esiste un vero e proprio linguaggio non verbale
fra noi e il cameriere. Perché, soprattutto nelle situazioni più formali,
il galateo invita a non parlare con il personale di servizio.
Non per mancanza di rispetto, anzi, ma per non distrarsi da conversazioni
o dalla giusta attenzione da dare ai commensali.
Il cameriere, infatti, non si dovrebbe neppure ringraziare
perché è scontato. Proprio per questo esiste un modo di comunicare
fatto di gesti e convenzioni che permettono alla persona
di lavorare al meglio.
Come sapere l’esatto modo di posizionare, sul piatto,
le posate così da permettere al personale di servizio di portare via
o meno il piatto.
Se non abbiamo ancora finito di mangiare ma vogliamo fare una “pausa”,
le posate saranno rivolte verso il basso alle ore “20.20” così
come quando avremo finito di mangiare saranno invece rivolte verso
l’altro alle ore “18.30”.
Ricordiamoci sempre che posizioni “sgraziate” anche agli occhi,
come posizionare forchetta e coltello “a ics” è un duro messaggio
rivolto non tanto al cameriere quanto allo chef: un piatto arrivato
così in cucina è monito che le pietanze servite non sono state gradite.
(ovviamente la comunicazione non verbale è anche all’inverso:
non appena ci sederemo ad una tavola imbastita per un evento
sarà subito chiaro il numero di portate – basta contare le forchette –
e che tipo di pietanze saranno servite così da indicare eventuali
criticità – come se non si mangia il pesce- a chi di dovere)
Cosa ne pensate?
