La legge non ammette ignoranza.
Nemmeno il galateo.
Tralasciando i gesti maleducati e facilmente riconoscibili,
ne esistono alcuni piccoli, defilati, ma che possono fare la differenza.
Quelle consuetudini che non danno troppo nell’occhio se non conosciute,
ma che per osservatori esperti sono delle vere e proprie cadute di stile.
Eccone alcuni esempi:
# “Non si dice piacere” quando ci si presenta.
Sarò anche ripetitiva e ridondante, ma al liceo mi hanno insegnato che “repitat iuvant”:
non si lede il prossimo a dire “piacere” al momento in cui lo incontriamo.
Ma iniziare un nuovo rapporto con una bugia non è mai un buon inizio (siete propri certi che sarà un piacere conoscere quella persona?)
# Cedere il passo ad una signora per farla entrare in un luogo pubblico (ristorante, bar, locale).
E’ la classica eccezione alla regola “prima le signore”. E’ l’uomo che entra per primo, per accertarsi che il luogo sia consono e “sicuro” per la propria fanciulla (mai dimenticarsi che una volta esistevano i Saloon).
# Dire “salute” o “buon appetito”
Perché non è carino.
E perché è sempre valida ed eterna come regola quella che a star zitti, molto spesso, si fa bella figura.
# Salutare con un “Salve!”
Perché non è né carne né pesce. Né un saluto formale né informale.
Solo una formula frettolosa che non presta attenzione al nostro interlocutore.
Ed non è mai carino avere un atteggiamento “superficiale” nei confronti del prossimo.
# Chiedere “chi c’è” quando si riceve un invito.
La curiosità è sintomo di intelligenza. Ma non sempre va palesata.
Basta sapere che ci sarà chi ci ha invitati.
# Se “scarpetta” deve essere, con le mani sia (entro le solide e riparate mura domestiche).
La forchetta non nobilita un gesto poco nobile, anzi.
# Un saluto non si nega mai a nessuno (salvo casi eccezionali e motivati).
Anche nelle mail.
# Usare titoli accademici riferendosi a noi stessi.
Perché non ci si da un tono, ma ce lo si toglie.
E dopo tutto, se è vero che in Italia siamo tutti Dottori, che senso ha ribadirlo?
#Il baciamano è un gesto “retrò” che esercita sempre un certo fascino.
Se proprio vogliamo riesumarlo, ricordiamoci che è un gesto che va accennato.
“Sbausciare” il prossimo non è mai cosa chic.
# Sulle scale mobili e/o fisse si tiene sempre la destra così da lasciare spazio a chi è di fretta.
Non tutti hanno sempre ritmi rilassati
Ve ne vengono in mente altri?
Ciao Ilaria, a me la regola di lasciare il passo alle signore in un locale pubblico è stata insegnata così (forse l’ho già detto): se il locale è sconosciuto entra prima l’uomo, se viceversa è conosciuto lascia il passo alla signora. E’ demodé? Mi sa che è una regola che proviene dal manualetto del galateo degli ufficiali dell’eserito (molto demodé).
Cara Cecilia,
io trovo che certe cose non siano mai “demodé” ma sempre “chic”.
baci e buon fine settimana (lungo)
Ilaria
Muble, muble, non mi viene in mente niente altro a parte il rispondere agli inviti, in un senso o nell’altro, basta non lasciare chi ci ha invitato nel dubbio, detesto i classici “poi vediamo” “non so, ti faccio sapere”, ci sta che si sia indecisi ma bisogna rispondere in tempi ragionevoli!
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Brava Nico,
ben detto.
un abbraccio
Ilaria
Quello del non si dice piacere è ormai un classico… Essere frettolosi nei saluti è forse l’errore in cui si cade più facilmente….
Rileggere prima di postare e non fare refusi è buona educazione: “repitat iuvant” non è l’unico errore che ho visto scorrendo il post.
Ciao
E’ proprio vero Cecilia, certe regole non sono mai “demodé” ma eternamemente “chic”!!!
Bello questo post!!!!
xoxo
ahah.. nel luogo dove lavoro c’è una persona che si annuncia, soprattutto al telefono, son l’ingegner Tale dei Tali e la cosa buffa che l’80% degli impiegati è ingengere ma nessuno (ovviamente) usa il titolo…. Chissà come mai non si accorge di essere ridicolo?! 🙂
Mi piace molto questo blog!
Ci sono certe situazione imbarazzanti perché a volte non si conoscono le ‘regole’.
Ciao
Benedetta
A chi mi saluta con un “Salve!” chiedo sempre: “Sei per caso un gladiatore?”
E poi, per favore, potete spengere il telefonino prima di entrare in chiesa?
(sono fiorentina, dico “spengere” e l’ Accademia della Crusca ha chiuso un occhio…)
Oddio come è una cosa che gli italiani non tengono per niente di conto quella di tenere la destra! Quando sono di fretta sulle scale perché magari devo prendere un treno e stanno tutti nel mezzo… Grrr che rabbia!!!
Però io sapevo che la regola del “prima le signore” è sempre valida a meno che il cavaliere non accompagni la donzella in un locale in cui non sono mai entrati: a quel punto deve essere lui il primo ad entrare per assicurarsi che il nuovo ambiente sia decoroso e consono alla sua accompagnatrice!
Vittoria from 5 IN THE MORNING
http://vittoriafiveinthemorning.blogspot.it/
Ottime osservazioni!
Alessia
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Sottoscrivo parola per parola.
Troppo spesso la buona educazione viene messa in un angolo in favore di un atteggiamento più “easy”, che finisce in realtà per essere semplicemente scostumato.
http://trendslowcost.blogspot.it/
L’educazione trovo che sia la prima cosa da mostrare piuttosto che i titoli!!! Baci Elisabetta
ahhahahaha quella del “piacere ” mi lascia sempre stupita *.*
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d’accordo su tutto! in negozio è venuto un tizio che quando ha firmato ha messo anche il titolo, DOTTORE, prima del nome… che cafonazzo!!
Ottimi consigli di galateo, sempre efficaci le tue parole! Brava!:)
Aggiungerei il parlare a voce bassa.
Non sopporto di dover sentire di controversie, insulti, appuntamenti, resoconti e pettegolezzi altrui urlati nei luoghi pubblici.
E non concordo molto sul non dire “buon appetito” iniziando un pasto. Lo ripeto, non è inteso come “buona abbuffata” ma semplicemente come un invito a gustare il cibo e la convivialità. Da me è così e ce lo diciamo ogni volta anche se siamo da soli mio marito ed io.
Purtroppo molte persone ancora pensano che sia elegante fare e dire certe cose. Il “buon appetito” mi sembra davvero anacronistico e piuttosto cafone, a volte sulle scale mobili ci sono persone che occupano tutto lo spazio, stando in mezzo…
Devo dire che a me ogni tanto “piacere” mi scappa quando mi presentano qualcuno, e anche se non mi piace (anche perché non sempre è un piacere, diciamolo!) mi “scappa”. Meglio un semplice “ciao” o “buongiorno”?
di tutte quelle che hai scritto quella che patisco di più sono i dispersi che stanno sul lato sx della scala mobile… a sberle proprio. =(
Hai proprio ragione, “repetita iuvant”. Non smettere mai di ripete tu che qui c’è sempre gente che deve imparare!
[…] esistono degli scivoloni di stile in fatto di “galateo”, certo la moda non può essere da […]
– Anche uscendo dai locali l’uomo deve uscire per primo per controllare che la strada sia sicura per la fanciulla.
– Alle signore sposate, il baciamano si fa. Ma non in chiesa e non per strada (quindi solo nei luoghi privati e a teatro). Alle signorine NON si fa, a meno che non si voglia fare un gesto particolarmente galante, in privato.
– Camminando lungo la strada, l’uomo deve stare dal lato della strada di modo che la fanciulla sia più protetta, sia da eventuali schizzi di acqua o fango (per il passaggio delle carrozze – o delle auto nell’era moderna), sia da potenziali malintenzionati interessati alla sua borsetta.
– A tavola, la fanciulla si siede preferibilmente con le spalle al muro, perché sia più protetta e possa sempre vedere chi le si avvicina.
– A tavola, il coltello si usa il meno possibile. E prima di bere, ci si pulisce la bocca con il tovagliolo. E ci si serve da sinistra (perchè è più comodo).
– Non si dice “salute” quando qualcuno starnutisce. Non è elegante sottolineare le altrui esternazioni fisiologiche.
– Quando si telefona ci si presenta prima di chiedere di parlare con qualcuno.
– Non si chiede “permesso?” quando si entra in casa di qualcuno, se ti è stata aperta la porta vuol dire che puoi entrare.
– Non si saluta (andando via) dicendo “di nuovo”, non vuol dire nulla.
– Nei luoghi chiusi, gli uomini si devono togliere il cappello. Anche i bambini. Soprattutto in chiesa.
– Una apprezzabile regola inglese è che al ristorante si chiama il cameriere in modo praticamente impercettibile, con uno sguardo o al massimo un minimo segno
Ma in strada,in una strettoia, passa prima una donna o un anziano in buona salute? c’è un’età in cui un uomo smette di essere un cavaliere?
Un uomo non smette mai di essere un cavaliere.
E sta anche nella buona educazione di una donna di metterlo nella condizione di farlo anche se non è più giovanissimo.
A presto,
Ilaria