Siamo nel periodo dell’anno in cui alle sette del mattino
dobbiamo vestirci come se dovessimo scalare l’Everest
e quando usciamo per la pausa pranzo
ci sentiremmo più a nostro agio vestiti da spiaggia.
Ma il problema non è solo quello.
Non è solo una questione pratica di vestiti,
strati a cipolla ed ombrelli.
E’ una questione anche di umore.
Perché lavorare con il sole è un’altra cosa.
Perché i colleghi | fidanzati | amici
si appellano sempre al brutto tempo
per giustificare uscite sgradevoli
e comportamenti poco consoni.
Ma sarà poi vero?
Una cosa è certa.
Lontano è il ricordo dei consigli
di Mengacci e della sua testa inclinata.
Ora l’App più usata dopo WhatsApp
è quella del Meteo.
Perchè se a giugno era la prova
del nove per partire o meno per un fine settimana fuori porta,
oggi è l’alibi per un week end in casa
a non far nulla.
O meglio: a dividersi fra la dura
lotta fra divano e letto.
Fra un film e la serie tv del momento.
Fra sfogliare gli arretrati di riviste
(solo io le accumulo per mancanza di tempo?)
e un buon libro.
Voi siete metereopatici, meteodipendenti, entrambi oppure sfidate la sorte ogni mattina uscendo di casa?
io fortemente metereopatica ho un app sul meteo che consulto prima di ogni spostamento o gita fuori porto!!
lalu
Guardo fuori e poi guardo il barometro. Mi regolo così.
Non ho l’App del meteo e in questo periodo se il tempo è brutto amo stare a casa a leggere o spigrottolare. ( Se riesco a dimenticare che ho da mettere in ordine nell’armadio…).
P.s. Ho anch’io sempre riviste arretrate, addirittura imballate, da sfogliare.