Chi non ha mai coniato un nomignolo,
scagli la prima pietra.
Buffi, teneri, strani e talvolta bizzarri
dicono molto di noi.
Di quello che siamo in profondità.
Della parte di noi che non riusciamo
e vogliamo mostrare a chiunque.
Ma chi l’ha vista,
non può far a meno di soprannominarci in quel modo.
Tanto adorati dagli amici
tanto temuti dagli uomini se
pronunciati in pubblico
(e davanti ai propri amici)
quanto amati tra le mure di casa.
Il buon senso (e il buon gusto)
ci dicono che è elegante
regolare l’eccessivo e spropositato
uso di “amore” “tesorino” “pucci pucci” “cicci cicci”.
Forse perchè un po’ troppo anni ’90.
Forse perchè troppo inflazionato e non personale.
Perchè certe cose, per essere belle,
vanno personalizzate. Fatte artigianalmente.
Levigate con le proprie mani.
Come i trucioli.
Nome tenero per un oggetto di legno massiccio ed elegante argento.
Perchè se le parole non le troviamo,
temporaneamente, possiamo affidarci a degli oggetti.
Che possono dire molto di noi,
o far intendere che quel nomignolo che non abbiamo ancora coniato arriverà.
Ma si sa. Per certe cose ci vuole tempo.
E ispirazione.
Ad un tratto vi uscirà il nomignolo.
Quello perfetto. Che fa allo stesso tempo ridere, sorridere
ed emozionare.
Voi coniate spesso nomignoli?
Per me i nomignoli sono legati alle cose piccole, come i diminutivi.
Mi vengono solo se rivolti a un bimbo o a un oggetto in miniatura.
I trucioli di cui parli infatti li trovo molto carini ma infantili.