DI CARTOLINE, LETTERE E PENNE

L’equilibrio perfetto nelle relazioni,
credo stia esattamente a metà fra l’on-line e l’off-line.
Nella giusta misura della comunicazione.
Nell’arte di scrivere (e scegliere) le parole giuste
senza farsi prendere dall’ansia di anticipare l’altro
solo perché visualizziamo “sta scrivendo”.

 

 

 

Nel decidere se certe parole o immagini
debbano rimanere solo virtuali o possano rientrare,
come in passato, in una sfera più “concreta”, più “reale”.

 

 

 

Le cartoline, le lettere, i diari, le penne, infatti,
non sono ancora andati in pensione.

 

 

 

Sono lì pronti per immortalare le situazioni più importanti.
Per dare loro il giusto peso (basti pensare che gli inviti più
importanti, come le partecipazioni di nozze, sono ancora
consegnati via posta, con i destinatari scritti a mano sulla busta)
e immaginare che siano “per sempre”.

 

 

 

Bisognerebbe ritagliarsi del tempo
per scrivere: cartoline, lettere (magari d’amore).
Per il puro gusto di fermarsi un attimo davanti a un foglio
bianco, riflettere e scrivere di getto per poi cambiare idea
e ricopiare tutto in “bella copia”.

 

 

 

 

Ovviamente, come in tutte le cose,
la gratificazione è data dai giusti “attrezzi del mestiere”.
Perché scrivere con una penna che scrive male,
innervosisce, blocca il flusso di parole ed il risultato non
è nemmeno bello da vedere.

 

 

 

Perché le parole scritte con la stilografica
rendono qualsiasi scrittura più gradevole,
ma anche la giusta sfera di una penna
darà quel tocco elegante ad una lettera
piuttosto che ad una cartolina.

 

 

 

E se poi sono degli oggetti curati anche nel loro design,
come la versione estiva super colorata
Minny Spring Fountain Pen di Campo Marzio,
diventano anche un accessorio “mai-più-senza” da avere in borsa
o il regalo più azzeccato per ogni situazione
(anche perché è l’invito a farci scrivere delle lettere).

Cosa ne pensate?