C’è una pagina bellissima di Instagram @poivorrei,
nata in lockdown che elenca desideri, cose, sensazioni che,
come da copione, vogliamo e apprezziamo proprio nel momento in cui non le abbiamo più.
Un modo molto “2.0” per pensare, esternare,
condividere emozioni e capire allo stesso tempo,
come certe piccole cose sono importanti.
Oggi mi è capitato così di riflettere che durante la quarantena
mi ero focalizzata sui “poi vorrei” legati all’estate.
Sulla voglia di aria aperta,
di passeggiate in montagna e ballare a piedi nudi nella sabbia.
Di mare, di sole, di pelle che tira sempre un po’ troppo, di cene con gli amici,
di golfini che tornano utili di sera,
di castelli di sabbia e segni del costume che non vanno più via.
Ma, forse complice il fatto che l’estate stia finendo, ho realizzato che tutte questi desideri,
per fortuna esauditi, hanno lasciato in sospeso un po’ di altre cose.
Quelle calde, non in senso afoso.
Ovvero le serate divano copertina (non obbligate da causa di forza maggiore ma scelte),
cioccolata calda,
zucche decorative ma anche sotto forma di risotto ad esempio,
tartufo,
maglioni a collo alto,
cappotti che non sono stati affatto goduti lo scorso inverno,
week end fuori porta,
serate a suon di trivial e vino rosso,
il caffè al bar con una amica,
raccogliere le foto al parco,
le giornate più corte che inducono – spero anche ai miei figli – a dormire di più.
Poi ovviamente ho voglia di albero di Natale .
Ma quello è un altro capitolo.
Una storia del mio amore infinito per tutto ciò che Jingle bells