Come esistono delle pietanze
che è meglio non servire a casa
quando si hanno ospiti per non metterli in difficoltà,
esistono anche dei posti da evitare o non preferire per i primi appuntamenti.
Quando, di per se, l’emozione è
grande e l’imbarazzo ancor di più.
Meglio evitare e prevenire tutti gli ostacoli per il nostro incontro,
così da non mettere e non metterci in imbarazzo.
Perché se già è difficile
gestire la tachicardia,
l’eccessiva sudorazione,
… ancora di più è ritrovarsi una pietanza difficile da mangiare.
Non tanto per gusto,
quanto per la sua consistenza,
per le rigide regole di bon ton che ne governano
la degustazione.
Meglio sempre quindi evitare ristoranti
il cui menù non aiuta
(in quelli tradizionali siamo
più autonomi nell’ordinare e quindi
lasciar perdere zuppe, frutta da sbucciare, crostacei particolari , lumache…).
La regola numero uno è mettere a proprio agio
la fanciulla che abbiamo invitato.
Meglio quindi evitare ad esempio il sushi.
Non tanto per la gestione del cibo con le bacchette,
quanto la difficoltà di ingerire maki non tagliabili
troppo grandi.
Stesso discorso vale per l’hamburger,
sempre troppo pieni e difficili da tagliare o addentare senza
sporcasi mani | faccia
o senza far cadere accidentalmente nel piatto metà panino.
Per tutti questi posti,
si spera, lo scenario adatto sono gli appuntamenti a seguire
quando la confidenza e l’ironia possono
venirci in aiuto.
Cosa ne pensate? Avete altri posti da sconsigliare?
Mi fai ricordare i luoghi poco consoni dove il mio lui mi ha portato scatenando litigi.
Ma qualche volta anche tante risate…
Comunque concordo, al primo appuntamento meglio scegliere un luogo tradizionale, magari semplice come una taverna, dove si unisce atmosfera giusta un po’ di charme e buon cibo.
P.s. i luoghi poco consoni? Un autogrill dove si serve un panino con fagioli e salsiccia. Pensate al mio rossetto, al sugo che colava, ai camionisti che invadono il posto allora di punta. Niente contro di loro intendiamoci, ma hanno mani e bocca grandi e se lo possono gustare meglio di me che imbarazzatissima e con gli occhi sgranati sul mio accompagnatore posai gentilmente l’involucro oleoso.
E poi una taverna in un sottoscala con tre tavoli e tovaglia di carta, atmosfera cupa, un filo pendente con la lampadina e lo stoccafisso servito al centro in una pirofila gigante.
Un incubo. Una puzza. E i miei occhi fissi su di lui che gustava la pietanza.
All’uscita? Meglio non ricordare…
proprio carino questo post, mi è piaciuto molto!!!
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Io non consiglierei neppure spaghetti o tagliolini con qualunque tipo di sugo perché per la legge di Marphy proprio quel giorno capiterà che un po’ di sugo cada sulla tavola o peggio ancora su di voi!!! 😀
Downtown Abbey, my favorite British drama. Love Dan Stevens.
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