Ho scoperto i PodCast.
Non che non ne conoscessi l’esistenza, anzi.
Ma per la prima volta ne ho toccato con mano le potenzialità, intese sia come uso che come potenza in quanto tale. La potenza delle parole, dell’ascolto e della vera comunicazione.
Eccomi quindi a ricercare il momento migliore per ascoltarli, cercali, viverli.
Perché nell’era in cui non si ha tempo di far nulla,
il fermarsi ad ascoltare, capire, documentarsi non è cosa banale.
E questo dovrebbe avercelo insegnato il lockdown appena passato.
Misurare il tempo, dargli valore.
Ma poi ecco l’assurdo di tutto ciò: il podcast non si fruisce sul divano.
Si può, non è vietato, intendiamoci.
Ma è qualcosa a cui puoi dedicare il tempo facendo altro.
Al pari della musica.
Mentre si guida, mentre si cammina, cucina o si riassetta casa.
Si tratta di una voce che ti tiene compagnia, ma allo stesso tempo ti intrattiene.
Con un tempo di qualità – si spera, ma ciò dipende da cosa vogliamo ascoltare –
perchè, personalmente sto imparando tanto.
Ad ascoltare.
Senza distrazioni.
Senza interrompere (giammai, le buone maniere vietano di fermare bruscamente il nostro interlocutore) se non per mettere in pausa e ricominciare al momento giusto.
Insomma, arrivo anch’io con i miei tempi (considerando che il vocabolario Oxford ha inserito la parola “podcasting” nel 2005, ho una maturazione lenta). Pronta ad ascoltare.