Credo che i (neo) genitori si dividano in due gruppi:
quelli che dormono e quelli che vorrebbero farlo ma non possono.
Quelli che il più delle volte sono rassegnati a questo destino in attesa che prima o poi
cambierà qualcosa. Ma non è vero che tutto dipende dai bambini (in parte),
è un mix di cose, fattori e circostanze.
La classica situazione in cui tutti fanno la loro parte.
Se avete dei figli che non riescono ad avere un ciclo di sonno regolare,
perché non lo riescono a trovare,
perché hanno continui risvegli,
non temete. Non siete soli.
Esattamente come quando ci si rompe un rubinetto e chiamiamo l’idraulico,
abbiamo un problema di salute e andiamo dallo specialista di riferimento,
vogliamo un taglio da “WOW” e andiamo dal parrucchiere,
così se non riusciamo a stabilire una routine di sonno ai nostri bimbi dobbiamo chiamare
uno “sleep coach”.
Non molti lo sanno, ma esistono professionisti in materia. Certificati.
Angeli custodi – a me piace definirli così – in grado di aiutarti a stabilire la giusta routine del sonno
o banalmente individuare quei piccoli errori impercettibili
che facciamo senza accorgercene in grado di regalare notti silenziose a tutti.
E per chi lo ha provato, la privazione di sonno è una cosa devastante.
Io ho conosciuto per vari motivi Alexis – dolce dreamers.
Abbiamo fatto, come da sua prassi,
prima una chiacchierata gratuita informale di 10 minuti al telefono,
per poi fissare un incontro (virtuale lei gestisce tutto da remoto ed è meglio così perché altrimenti delegheremmo tutto) con mio marito una quindicina di giorni dopo.
Già il solo essermi confrontata,
avere avuto qualcuno con cui parlare che mi capisse
nonostante connettessi poco causa il poco dormire, mi ha donato serenità.
Mi ha invitata, come prima cosa, a riflettere sulla routine.
Su cosa poteva dar disturbo al sonno di Ludovico,
mi ha spiegato che la notte nei neonati è lo specchio della giornata
quindi di individuare cosa lo turbasse e gli potesse causare continui e ingiustificati risvegli notturni.
Se la camera fosse poco buia – calda – fredda – rumorosa, se gli orari fossero sballati.
Già il solo aver avuto delle linee guida (nonostante fosse il secondo figlio) mia hadato una speranza.
Di potercela fare.
Il sonno si è poi ristabilito da lì a poco.
Non ho fatto il percorso con lei perché il vero problema di Ludovico era il lockdown.
Il non poter uscire, l’essere “disturbato” nei suoi pisolini diurni da un fratello vivace che cercava qualcuno con cui giocare: una volta usciti, stabilita una routine (come diceva Alexis) tutto è andato al suo posto.
Detto questo ho pensato di scrivere questo post per aiutare e informare chi ha problemi di notte con i bambini (non solo neonati) che non dovete impazzire e fare tutto da soli.
Non dovete rassegnarvi e aspettare che qualcosa cambi. Potete essere davvero voi artefici del vostro destino.
Le soluzioni si trovano basta lasciarsi guidare da chi sa fare il proprio mestiere.
E Alexis è la vostra persona.