Il trasloco è l’occasione più unica e rara
di eliminare una quantità di cose inutili.
Quelle cose che se ti fermi a guardale occupano
un volume incredibile di casa appesantendoti
inconsciamente la vita.
È come se negli anni trascorsi in una casa,
ci fosse stata una formichina pronta ad archiviare giornali,
biglietti di aerei, scontrini ormai sbiaditi…
Ma poi arriva il momento di fare ordine.
Di ristabilire il giusto equilibrio fra conservare ed eliminare.
Perché se fare ordine e disfarsi di cose – ma anche persone – inutili
perché sono solo in grado di appesantire la vita e la casa è terapeutico,
anche il saper conservare lo è.
Capire ciò che conta e ciò che non lo è.
Sapere cosa tornerà utile a noi o alle prossime generazioni (si, ho manie di grandezza),
essere capaci di staccarsi dagli oggetti solo perché potrebbero un domani ricordaci qualcosa.
Oppure utilizzare il metodo KonMari di Marie Kondo
(la serie di Netflix “Facciamo ordine con Marie Kondo”
non poteva che non cascare più a fagiolo durante
il trasloco), miss ordine, ti tenere solo le cose che
danno una sensazione di gioia.
Perché loro, unite alla pulizia che avrete creato
vi renderanno più felici e leggere.
Premesse tutte queste cose romantiche,
potevate avvisarmi che traslocare non è così facile 🙂
Una faticaccia, come anche pitturare casa.
Ma come dici, è anche occasione di mettere ordine.
E il risultato finale è una piacevole esperienza: una casa nuova!
Nuovo abitare, nuovo quartiere, nuovo arredo, nuovi vicini, nuovi profumi…
Auguri.
l’anno scorso ho fatto la pulizia generale a casa mia e ho buttato un mucchio di cose e devo dire che questo gesto è stato anche terapeutico.